venerdì 15 ottobre 2010

Quei tesori di Traci


Nel 46 d.C. Claudio concesse la cittadinanza romana ai Traci. La Tracia corrispondeva agli attuali territori di Bulgaria, Turchia e Grecia e tramandò al mondo una civiltà ricchissima che gli archeologi continuano a mostrarci attraverso i ritrovamenti.
Secondo il mito, i re delle prime tre tribù di Traci (Bitinio, Dologo e Tireo) discendevano da Oceano e dalla sirena Partenope, attraverso la loro figlia Tracia, che si unì a Zeus, a Crono ed al gigante Obriareo. I Traci immaginavano i loro dei con gli occhi azzurri ed i capelli rossi. Erodoto descrive il pantheon trace, che consisteva in una divinità principale, chiamato Plistor, mentre altre divinità derivavano dal pantheon greco
Esempio della splendida civiltà dei Traci sono, sicuramente, i tesori, le pitture murarie ed il tempio fortezza di Perperek, scavato nella roccia, grande quanto l'Acropoli di Atene.
Dal punto di vista culturale i Traci sicuramente influenzarono la civiltà occidentale, come dimostra Orfeo, che la tradizione narra essere figlio del re tracio Eagro e della musa Calliope. Per i Traci era uno sciamano capace di parlare con la natura ed in grado di scendere nell'oltretomba per trarne un'anima particolarmente meritevole.
I Traci non erano barbari. Platone, nella "Repubblica", descrive la festa in onore della dea Bendis (identificata con Artemide), che si celebrava nei pressi del Pireo, il porto di Atene, tra il 420 ed il 425 a.C.. L'alleanza con i Traci interessava molto i Greci, che concessero la cittadinanza onoraria a Sadoco figlio del re Sitalce, il cui regno era nato dall'unione di diverse tribù tracie. Malgrado, però, la loro notevole abilità artistica, i Traci erano illetterati, che trasmettevano oralmente i loro insegnamenti. Gli storici ritengono che essi fossero un popolo indoeuropeo che, a partire dal XIV secolo a.C., viveva in una regione compresa tra le isole dell'Egeo settentrionale e le steppe del nord del Danubio.
I Greci del V secolo a.C. definirono Trakes tutte le tribù che vivevano nel territorio che si estendeva a nord della Grecia fino al Danubio. Erodoto scrisse che i Traci e gli abitanti dell'India, erano le genti più popolose di tutte. Gli etnologi sono sempre più orientati a ritenere che i Traci fossero una popolazione indoeuropea originaria delle steppe asiatiche che, nel XIV secolo a.C., migrò nei Balcani. Omero accenna alla splendida civiltà dei Traci, splendore confermato dal ritrovamento del tesoro di Vulchitrun, un villaggio della Bulgaria centrosettentrionale, risalente al 1300 a.C.. Sempre Omero cita un re Trace, Reso, che combatté a fianco di Priamo nella guerra di Troia, e cita anche Licurgo, Tereo, il vento Borea, il dio Zalmoxis, al quale si ricongiunge l'anima dopo la morte.
Uno dei tratti distintivi dell'arte tracia è sicuramente la rifinitura dei finimenti dei cavalli, per la quale non si risparmiavano certo i metalli preziosi. Molti reperti testimoniano i contatti tra i Traci e la civiltà micenea sorta sull'isola di Creta. Il contatto con i Fenici determinò una seconda fioritura della civiltà dei Traci. I Greci fondarono le loro prime colonie in Tracia nel VII secolo a.C., tra le quali spiccava Apollonia Pontica (Sozopul, in Bulgaria), che derivava il suo nome dal dio Apollo, la cui statua bronzea di dieci metri di altezza, opera di Kalamis, uno dei più importanti scultori del V secolo a.C., sovrastava il porto.
Nel 513 a.C. i Persiani occuparono la Tracia, annettendo il territorio compreso tra l'Egeo e la catena montuosa del Rodope. Proprio il contatto con i Persiani, unitamente a quello con i Greci, permise ai Traci di utilizzare arti e tecniche altrui in una sintesi estremamente interessante.
Alla morte di Alessandro Magno, il suo generale Lisimaco ottenne la Tracia, dove vi fondò Lisimachea, nel 309 d.C., sconfiggendo Seute III, re degli Odrisi. Costui, sconfitto, fondò, al centro del paese, una città chiamata Seutopoli, distrutta durante le invasioni celtiche del 273 a.C.. Oggi i suoi resti sono occupati dal lago artificiale di Koprinka. Nei dintorni di Seutopoli si trova la necropoli conosciuta oggi come la "valle dei re" traci, che conserva alcune delle tombe più importanti e ricche dell'aristrocrazia tracia. Seutopoli era essenzialmente la sede del re e della corte. All'interno delle mura vi erano gli edifici ufficiali. L'edificio più importante era sia palazzo reale che tempio dei Cabiri, venerati come grandi dei in un culto misterico che aveva al centro l'isola di Samotracia.
Sotto il dominio romano la Tracia conservò la sua importanza strategica e fu importante "esportatrice" di gladiatori (tra i quali è da annoverare Spartaco), nonchè nota per le sue miniere aurifere, i vini e le rose. Un altro motivo di notorietà della Tracia era dovuto alla diffusione del culto dell'immortalità dell'anima.
Il tesoro ritrovato casualmente a Panagyurishte, nella Bulgaria occidentale, nel 1949, offrì al mondo lo spettacolo della ricchezza dei traci. Questo tesoro è datato al alla fine del IV secolo a.C. ed è custodito nel Museo di Sofia. E' formato di nove oggetti d'oro a 23 carati, appartenente probabilmente al re tracio Seute III. La maggior parte dei pezzi consiste in ritoni, contenitori per bere a forma di corno o di testa animale, impiegati nelle libagioni rituali. Realizzato forse a Lampsaco, sullo stretto dei Dardanelli, il tesoro è importante per comprendere i rapporti tra Greci, Macedoni e Traci.

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