martedì 21 dicembre 2010

Ricordi di Hipponion

Uno scavo archeologico clandestino, una galleria con tanto di puntellatura metallica, è stato scoperto a Vibo Valentia dai carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale di Cosenza e del nucleo operativo provinciale di Vibo Valentia.
Lo scavo riguarda la zona sacra di Scrimbia, parte dell'area archeologica dell'antica Hipponion. All'interno dello scavo clandestino sono state trovate alcune delle statuette votive ed altri reperti che gli archeologi stanno, ora, esaminando.
Alle pareti dei cunicoli scavati dai clandestini, erano attaccate piccole tazze, piatti, anfore e vasi, statuette votive, frutta votiva ed anche un osso, tutti reperti di valore utilizzati quali doni per la ninfa Scrimbia, nume tutelare della zona nella quale è avvenuto il rinvenimento.
Gli archeologi ritengono che i tombaroli abbiano scavato la galleria circa sei mesi fa, rischiando addirittura di mettere in pericolo l'incolumità pubblica, visto che questa attraversa una delle principali arterie del cenro abitato. Vibo Valentia, che sorge sul sito dell'antica Hipponion, è un grande museo all'aperto. La zona che i tombaroli stavano cercando di svuotare è la stessa che è stata oggetto delle medesime attenzioni nel 2000, quando i carabinieri individuarono un cunicolo sotterraneo, con tanto di binari, sui quali scorreva un carrello, sempre scavato dai tombaroli. La zona di Hipponion e tra le più ricche dell'intera Calabria.
La più intensa frequentazione dell'attuale Vibo Valentia risale al Neolitico. Tracce ne sono emerse dalla Necropoli Occidentale di Hipponin. Tracce di occupazione dell'Età del Bronzo e del Ferro sono state ritrovate durante lo scavo della Necropoli Occidentale, dell'area sacra in località Scrimbia e nell'area sacra in via Romei.
Il nome di questo primitivo insediamento era, forse, Veip o Veipone (che significava "golfo"). A partire dalla seconda metà del VII secolo a.C., Vibo divenne colonia greca con il nome di Hipponion, fondata da Locri Epizefiri. Alla fine del VI secolo a.C. Hipponion sconfisse in battaglia Crotone, con l'aiuto di Locri e Medma. Nel 331 a.C. la città si dota di nuove mura, con torri circolari. Nel 294 a.C. Agatocle, tiranno di Siracusa, conquista Hipponion, ne ingrandisce, successivamente, il porto per renderla uno dei suoi principali centri per il controllo dei possedimenti italiani. In questo periodo Hipponion è, in pratica, una efficace roccaforte. Dopo la morte di Agatocle, le città della Magna Grecia si scontrano con i Romani, sotto il controllo dei quali cadrà ben presto Hipponion.
Nel 192 a.C. i Romani dedurranno da Hipponion una colonia di diritto latino chiamata Valentia, con diritto di battere moneta. Il nome Valentia, attestato sulle monete della colonia e da un'epigrafe rinvenuta a Polla e che testimonia la costruzione della via Popilia, in latino vuol dire "forza, potenza militare". A Valentia vengono inviati nuovi coloni, almeno 4000 soldati con le rispettive famiglie.
La via Popilia interessò, con il suo percorso, anche Vibo Valentia che divenne un'importante stazione. I resti del porto sono ora interrati tra la località Trainiti e Bivona. L'esistenza di un grande porto è attestata anche da Strabone, i Romani ne fecero il principale scalo di partenza sul Tireno del legname della Silva Bruttia per la costruzione delle navi dell'esercito.

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