sabato 22 ottobre 2011

I poveri coniugi di Mutina

Gli scheletri di Modena
Sono stati recentemente ritrovati, nei pressi di Modena, gli scheletri di un uomo e di una donna che si tenevano per mano, probabilmente seppelliti così 1.500 anni fa. Gli archeologi hanno, infatti, confermato che i due corpi furono sepolti insieme tra il V e il VI secolo d.C..
La donna aveva un anello di bronzo ed è stata deposta in modo da guardare il suo compagno. "Crediamo siano stati sepolti con il volto dell'uno di fronte a quello dell'altra. La posizione delle vertebre dell'uomo suggerisce che la testa gli fu ruotata dopo la morte", ha affermato Donato Labate, direttore degli scavi per la Soprintendenza Archeologica dell'Emilia Romagna.
La scoperta è stata fatta durante degli ordinari lavori di costruzione a Modena ed è stata resa pubblica in questi giorni. Labate ha spiegato che lo scavo ha rivelato tre strati di interesse scientifico. Lo strato più profondo, circa 23 metri dalla superficie, conteneva i resti di strutture di epoca romana, inclusa una clacara. Le rovine sono pertinenti alla periferia dell'antica Mutina (Modena). Lo strato di mezzo, ad una profondità di circa 10 metri, conteneva 11 sepolture mentre una terza stratificazione sovrapposta alla seconda ha rivelato sette tombe vuote.La coppia di scheletri è stata scavata dall'archeologa Licia Diamanti. Appartenevano ad una delle 11 tombe della necropoli ritrovata nello strato mediano. Secondo Labate, la semplice tomba a fossa suggerisce che le persone qui seppellite non appartenevano ad uno strato sociale elevato. Probabilmente si trattava degli occupanti di una fattoria.
L'area della scoperta era soggetta a diverse inondazioni da parte del vicino fiume Tiepido, che possono aver causato lo spostamento della testa dello scheletro maschile verso quello femminile dopo la deposizione. La necropoli fu, nel tempo, coperta da depositi alluvionali sulla cima dei quali furono realizzate altre sette sepolture. Queste ultime sono risultate vuote e probabilmente sono state coperte da un'altra alluvione immediatamente dopo che furono scavate. Probabilmente si tratta della disastrosa alluvione del 589 d.C., descritta dallo storico Paolo Diacono.
Gli scheletri ritrovati saranno studiati dall'antropologo Giorgio Gruppioni, dell'Università di Bologna. Lo studioso cercherà di stabilire l'età della coppia, il legame che li univa e la possibile causa di morte. Non era raro, nell'antichità, che coniugi o membri di un medesimo gruppo familiare venissero sepolti nella stessa tomba.

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