sabato 12 settembre 2015

Ritrovata la sepoltura di S. Matteo?

Un pezzo di ceramica ritrovato nel lago Issyk-Kul, in Kirghizistan, che
reca scritte in lingua armena e siriana (Foto: Dmitri Gorn, The
Siberian Times)
Una tradizione agiografica altomedioevale vuole che l'apostolo Matteo, nato a Cafarnao alla fine del I secolo d.C. sia morto in Etiopia ucciso sull'altare mentre diceva messa. Il Chronicon Salernitanum, cronaca del X secolo scritta da un anonimo, narra del rinvenimento delle reliquie del santo nell'antica Lucania. Da qui vennero, in seguito, trasportate a Salerno per volere del principe longobardo Gisulfo I e collocate nel duomo della città di cui divenne patrono.
Una leggenda kirghiza, invece vuole l'apostolo sepolto in un monastero armeno lungo le sponde del lago Issyk-Kul, nella catena montuosa del Tian Shan, in Kirghizistan, Asia centrale. Nel 2002 sono giunte le prime voci del ritrovamento, sul fondo del lago, del presunto sito di sepoltura dell'apostolo Matteo. Si parlò, all'epoca, anche dell'avvistamento delle rovine di un monastero dove, secondo la tradizione, era custodita la tomba.
Sebbene all'inizio gli archeologi abbiano prestato poca fede alla notizia, qualche tempo fa hanno dovuto ricredersi. L'enorme bacino d'acqua dell'Issyk-Kul, decimo al mondo per grandezza e secondo specchio salato dopo il Mar Caspio, potrebbe realmente conservare le spoglie dell'apostolo Matteo. E' stata, infatti, ritrovata un'antichissima e ignota città della civiltà Saka, un popolo conosciuto da Erodoto come consumatore di soma, una bevanda inebriante. Questa città risalirebbe a 2500 anni ed è stata riportata alla luce da una squadra di archeologi russi della Tomsk State University, che hanno lavorato a circa 23 metri di profondità per recuperarne i reperti.
Gli archeologi si sono particolarmente interessati al frammento di un grande vaso di ceramica su cui compare un timbro e delle iscrizioni in lingua armena e siriana. Proprio queste iscrizioni potrebbero confermare la presenza della sepoltura di Matteo. Il vaso e le iscrizioni sono allo studio dei ricercatori. La spedizione russa è guidata dal Dottor Vladimir Ploskikh, del Dipartimento di Storia e Cultura presso l'Università Russo-Kyrghiza,
Al momento il fondo del lago ha restituito circa 200 frammenti tra ceramica, pietra per affilare i coltelli, un frammento di falce rituale in bronzo e molte scorie della lavorazione di quest'ultimo. E' stato recuperato anche un vaso in ceramica intatto della cultura Saka-Usun che si trovava vicino ad un luogo di sepoltura.
La profondità del lago è variata nel corso dei secoli. Le acque, innalzandosi, hanno sommerso antichi insediamenti un tempo costieri le cui tracce, costituite da reperti di asce, punte di freccia in bronzo, pugnali e monete, sono state trovate già a partire dal 2007

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