lunedì 2 novembre 2015

Toscana: sorprese dalla villa dell'Oratorio

Pavimento musivo con la caccia al cinghiale trovato nella villa romana
dell'Oratorio, vicino Firenze (Foto: archeologiavocidalpassato)
La villa romana dell'Oratorio, nel Comune di Capraia e Limite, in provincia di Firenze, doveva essere restaurata e musealizzata, ma i risultati ottenuti dall'Università di Pisa hanno convinto del contrario. E' stato scoperto un nuovo pavimento musivo con diverse decorazioni, tra le quali ottagoni con al centro figure animali e un busto umano.
La villa romana è un sito di eccezionale importanza. Il suo studio e quanto in essa è stato ritrovato ha fornito nuove informazioni sulla vita dell'aristocrazia senatoria tra il IV e il V secolo d.C.. In età tardo antica il complesso venne monumentalizzato. Un frammento di iscrizione informa che essa appartenne, in questo periodo, alla famiglia dei Vettii, forse allo stesso Vettio Agorio Pretestato corrector Tusciae et Umbriae prima del 362 d.C. e praefectus urbi nel 384 d.C., anno in cui morì.
Durante gli scavi fatti dal 2010 al 2014 sono stati scoperti una grande sala absidata con pavimento musivo policromo. Al centro di quest'ultimo è stato trovato un pannello con una scena di caccia al cinghiale. Proprio questo ritrovamento ha permesso agli studiosi di ricostruire la pianta di una nuova parte della villa. Questa doveva essere costituita da una struttura esagonale, con sale che si affacciavano su un ambiente centrale.
Busto umano all'interno di una cornice ottagonale sul pavimento
musivo della villa dell'Oratorio (Foto: archeologiavocidalpassato)
La prima ricerca sul sito risale al 1983, dopo alcuni scavi realizzati per un frutteto. Attualmente curano gli scavi gli archeologi dell'Università di Pisa, diretti dal Professor Federico Cantini e coordinati dalla Sovrintendenza per i Beni Archeologici della Toscana. Il sito rivela la presenza di costruzioni già in età augustea e, si presume, queste si siano prolungate fino alla guerra greco-gotica del VI secolo d.C.. Dalla prima campagna di scavi emersero anfore, monete, suppellettili ed altri oggetti che oggi sono visibili nel Museo Archeologico di Montelupo. Le anfore testimoniano il consumo di vino locale e l'importazione, dall'Africa e dalla Betica, di prodotti della lavorazione del pesce, di olio e di olive.
Tra il materiale ritrovato vi sono anche alcuni elementi di condutture per il riscaldamento, elementi lapidei in calcare bianco, frammenti di intonaco dipinto con tracce di colore blu e rosso pertinente al crollo delle pareti. Diversi frammenti in vetro appartengono, invece, a lastre piane pertinenti a vetri di finestre, di colore verde tendente al giallo, trasparente. L'unica moneta rinvenuta in loco è un sesterzio in bronzo datato al 231-235 d.C.
E' stata anche trovata una lastra di marmo bianco, piuttosto frammentata, con iscrizione in lettere capitali che, anche se lacunosa, celebra un personaggio appartenente alla famiglia dei Vettii, di cui si menziona una costruzione o un'opera d'arte, forse un monumento in bronzo, in onore del celebrato. La presenza di Vettio Agorio Protestato è stata avvalorata dalle fonti per lunghi periodi proprio nelle terre di cui era proprietario in Etruria.
La località in cui sorge la villa romana è nota con la denominazione di "Oratorio", anticamente "Romitorio", annoverato, fin dal 1576, tra i possedimenti della pieve di Limite. All'epoca non rimanevano tracce visibili dell'antico insediamento romano.

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