sabato 22 aprile 2017

Il rostro "Egadi 12" (Foto: Richard Lundgren, GUE)
Ad 80 metri di profondità, nei fondali a nordovest dell'isola di Levanzo, è stato ritrovato il dodicesimo rostro pertinente la Battaglia delle Egadi. Una spedizione frutto di una collaborazione internazionale tra la Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana e la GUE - Global Underwater Explorer, ha effettuato immersioni nell'area già oggetto di ritrovamenti negli scorsi anni da parte della RPM Nautical Foundation. Il team della GUE, sotto il coordinamento scientifico della Soprintendenza del Mare, ha effettuato con due squadre di subacquei immersioni esplorative su batimetriche che vanno dai 75 ai 90 metri.
Dopo avere documentato il rostro "Egadi 9" già individuato nel 2012 dalla RPM Nautical Foundation e in attesa di un recupero, la ricerca è continuata in maniera sistematica sullo stesso areale dove è stato rinvenuto il nuovo rostro. Il reperto in bronzo si trova adagiato sul fondo e si presenta integro e in ottime condizioni. A pochi metri dal rostro è stato individuato un elmo in bronzo del tipo Montefortino che si va ad aggiungere agli altri otto ritrovati e recuperati nelle precedenti campagne di ricerca. E' stato quindi effettuato dai subacquei il posizionamento dei reperti e la documentazione video fotografica. Inoltre per la prima volta i fotografi della Global Underwater Explorer hanno realizzato una fotogrammetria tridimensionale del rostro nel luogo del ritrovamento. Si è ottenuto, quindi, un modello 3D ad alta risoluzione di grande impatto scenografico ma di notevole utilità per le prime analisi scientifiche.
Il ritrovamento dell'elmo Montefortino (Foto: Jarrod Jablonski, GUE)
Il recupero dei reperti è stato già programmato per il mese di ottobre 2017. Il Soprintendente del Mare Sebastiano Tusa si dichiara molto soddisfatto di questo ennesimo successo nei luoghi della Battaglia delle Egadi. "E' un risultato eccezionale sia sotto il profilo scientifico, poiché aggiunge altri reperti a quelli già noti e recuperati che certamente potranno apportare nuovi dati tipologici, tecnici ed epigrafici decifrando le iscrizioni che certamente si trovano sui nuovi rostri. E' anche un ulteriore rafforzamento del dispositivo di tutela localizzando i nuovi reperti e, infine, ci gratifica poiché rende più incisiva e fruttuosa quella collaborazione internazionale che da sempre costituisce uno dei punti di forza più coltivati dalla nostra Soprintendenza. C'è anche da sottolineare che ancora una volta si ribadisce la correttezza del percorso metodologico adottato che vede un eccellente esempio di giusto equilibrio fra ricerca strumentale e intervento diretto dell'uomo".
Queste ultime scoperte si aggiungono alle tante effettuate nel passato in questo tratto di mare tra Levanzo e Marettimo che hanno permesso di localizzare esattamente il sito in cui si combatté una delle più grandi battaglie navali dell'antichità per numero di partecipanti, circa 200.000, tra i Romani, guidati da Gaio Lutazio Catulo, e i Cartaginesi, capeggiati da Annone, e che, oltre a chiudere a favore dei primi la lunga e lacerante Prima Guerra Punica, sancì la supremazia di Roma su Cartagine. Sono tornati alla luce autentici frammenti di storia antica in forma di dodici rostri bronzei di antiche navi da guerra, nove elmi bronzei, centinaia di anfore e reperti di uso comune.

Fonte:
mediterraneoantico.it

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