venerdì 2 giugno 2017

Gli affreschi occultati nelle catacombe di Santa Domitilla

Il soffitto affrescato appena scoperto nella catacomba di Santa
Domitilla (Foto: Andreas Solaro/AFP)
All'interno di un tunnel nel cuore della Roma antica, nelle catacombe di Santa Domitilla, gli archeologi hanno scoperto una serie di squisiti affreschi di 1600 anni fa, dipinti per commemorare i primi cristiani della città. Gli esperti hanno utilizzato la più recente tecnologia laser per rimuovere la sporcizia che si era accumulata da secoli rendendo invisibili gli affreschi.
La scoperta getta nuova luce sull'evoluzione dalle credenze pagane a quelle cristiane all'interno della ricca comunità romana del IV secolo d.C.. Gli splendidi affreschi, dai colori variegati, ornano i soffitti di due cripte destinate ad ospitare i resti di commercianti di grano e dei loro famigliari. Tra gli affreschi figurano quelli rappresentanti il trasporto di grano attraverso il Mediterraneo fino al porto di Ostia antica, dove veniva trasferito su piccole imbarcazioni che lo portavano, attraverso il Tevere, fino ai magazzini che si trovavano al centro dell'Urbe. L'importazione e la distribuzione del grano era monopolio statale, controllato da funzionari di alto rango, in un momento storico in cui ogni Romano aveva diritto ad una razione giornaliera di pane.
Gli affreschi appena scoperti sul soffitto di una delle cripte della
catacomba di Santa Domitilla (Foto: AFP)
Le cripte affrescate sono state scavate ed affrescate per le famiglie dei funzionari imperiali arricchitisi grazie al commercio del grano e alla produzione di pane. Fino a qualche anno fa, gli affreschi delle catacombe di Santa Domitilla erano coperti da uno spesso strato di grasso generato dal fumo delle lampade ad olio accese in tempi remoti, e da depositi di calcio. Il laser ha permesso di asportare i depositi di grasso e calcio, lasciando intatti i meravigliosi degli affreschi sottostanti.
Al centro di un affresco sul soffitto, si può vedere l'immagine di Cristo, seduto in trono, con due uomini ai suoi lati. Si pensa che costoro fossero i Santi Pietro e Paolo o i Santi Nereo e Achilleo, due soldati romani martirizzati perché si rifiutarono di abiurare la loro fede. Gli affreschi riprendono anche scene dall'Antico e Nuovo Testamento, con Noè, l'arca e la miracolosa moltiplicazione di pani e pesci operata dal Cristo. L'affresco sul soffitto è adorno di pavoni che, secondo la cultura pagana, erano simboli dell'aldilà. Si pensa che gli affreschi possano risalire al 360 d.C., solo pochi decenni dopo che il cristianesimo era stato dichiarato religione ufficiale dell'impero da parte di Costantino.
Le nicchie entro le quali venivano deposti i cristiani defunti
(Foto: AFP)
Gli affreschi scoperti mostrano una fusione tra i vecchi simboli pagani ed i nuovi simboli cristiani, poiché la famiglia a cui apparteneva la cripta era solo da poco convertita al cristianesimo. I ricchi romani, infatti, si convertirono alla nuova religione piuttosto tardi. Dopo la caduta dell'impero romano le catacombe finirono per essere gradualmente abbandonate e dimenticate. Vennero riscoperte nel XVI secolo da un archeologo dilettante, Antonio Bosio, che per festeggiare l'evento imbrattò con il suo nome tutti gli affreschi.
I corpi dei defunti cristiani erano avvolti in semplici lenzuola candide e collocati in nicchie rettangolari scavate nelle pareti dei corridoi catacombali. Le nicchie venivano poi sigillate con lastre di marmo. Nelle catacombe di Santa Domitilla risultano esserci almeno 70 cripte riccamente decorate. Negli anni '70 ne vennero restaurate più o meno una dozzina, ma resta da fare ancora molto lavoro.

Fonte:
telegraph.co.uk.

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